sabato 8 gennaio 2011

Metafore_Ettore Sottsass

Negli anni ’70, durante i primi anni di costruzione e di rinascita dopo il tempo dell’Architettura Radicale, Ettore Sottsass incontra Eulalia Grau, sua compagna dal 1970 per sei anni di vita seminomade tra lo studio di Milano e le peregrinazioni in giro tra i deserti di pietra e le valli selvagge della Spagna. Nascono qui le prime fotografie chiamate più tardi Metafore. Cinque sono i gruppi in cui il progetto si suddivide: Disegni per i destini dell'uomo, Disegni per i diritti dell'uomo, Disegni per le necessità degli animali, Fidanzati e Decorazioni. Il tema centrale è in tutti l'architettura: l'artista progetta architetture naturali, assemblando sassi, scatole, legno, spago, nastro per poi fotografare il risultato e commentarlo, con uno stile ironico e poetico al tempo stesso. Anche in questi lavori, come in quelli di architettura e design, la relazione uomo-spazio risulta focale nella riflessione di Sottsass, in particolare la relazione tra l'ambiente e chi lo occupa nella quotidianità. Nel 1966 scrivea "Che rapporto c'è tra i pensieri e lo spazio dove stanno? Chissà se c'è un rapporto? Un vero, profondo rapporto di reciproca causa ed effetto per cui si possa dire "se è così è così" invece di dover dire "è così ma può anche essere in qualunque altra maniera".
Questo rapporto e il desiderio dell'artista di conoscere, di scoprire e di spostarsi in continuazione, viene da lui stesso così riassunto:
"Sentivo una grande necessità di visitare luoghi deserti, montagne, di ristabilire un rapporto fisico con il cosmo, unico ambiente reale, proprio perché non è misurabile, né prevedibile, né controllabile, né conoscibile... mi pareva che se si voleva riconquistare qualche cosa bisognasse cominciare a riconquistare i gesti microscopici, le azioni elementari, il senso della propria posizione."

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